«VEDO LA LUCE E LA VOGLIO!»

Tilde chi è?

E' una ragazza della sua epoca, esempio di tenacia e sincerità per tutti noi, che pur vivendo negli anni 2000 abbiamo bisogno di testimoni veri che ci indichino l'unica strada verso la felicità piena, a cui aneliamo consapevolmente o no.

Giovane, brillante negli studi, è iscritta all'Istituto Magistrale di Reggio Emilia; quando si ammala, a 15 anni, di tubercolosi, si vede costretta a lasciare gli studi per proseguirli privatamente, fino a conseguire il diploma e raggiungere il traguardo di essere un'insegnante. Insegnare era il lavoro che desiderava svolgere come una missione, ma che purtroppo eserciterà per pochissimi giorni a Rondinara (Reggio Emilia); iscritta all'Università di Torino e poi di Firenze, dove il papà trasferisce tutta la numerosa famiglia (i figli sono 7!), Tilde resterà una studentessa fino alla morte, che la coglierà, appunto, a 24 anni.

Durante il periodo fiorentino Tilde si iscriverà alla F.U.C.I. (federazione Universitaria Cattolica Italiana)

Tilde perché?

"Voleva conoscere bene Colui che la chiamava...", testimonia fra Antonio Lupi, domenicano, al quale la legava una amicizia spirituale, oltre alla vocazione di consacrazione a Dio in modalità diverse (Tilde vivrà una sua consacrazione privata nelle mani del suo direttore spirituale, padre Stefano Lenzetti) e l'appartenenza al medesimo Ordine (era una terziaria domenicana).

Tilde manifesta fin da ragazzina una sete di sapere, un desiderio di approfondire ogni argomento che sentiva trattare, leggeva moltissimo e autori tra i più diversi: Pascoli, Arturo Graf, Tolstoi, Manzoni, la Serao e anche D'Annunzio (al massimo della sua fama in quel periodo, ma che lei smetterà presto di affrontare non trovandolo del tutto consono ai suoi desideri), santa Caterina da Siena, san Giovanni della croce, santa Teresa di Lisieux...

Ragazza decisa e sensibilissima di animo, è chiaramente alla ricerca di se stessa in modo sincero e puro, pur dentro le contraddizioni della sua vita, dei suoi limiti e dei suoi smisurati desideri di giungere ad una meta che sia definitiva e certa, sia come accoglienza di sé che degli altri.

La sua frase

Vedo la luce e la voglio! - di sopra riportata - la dice lunga sulla determinazione e sull'intensità della sua ricerca della verità su di sé e per i fratelli. La sua conoscenza si sposta decisamente su Gesù, 'Colui che la chiamava' e del quale scopre un amore incondizionato che non la abbandona mai, che la attrae inevitabilmente a Sé, istruendola da vicino, come testimoniano le bellissime pagine del suo Diario spirituale.

Tilde era un'ottima scrittrice e non le mancavano le parole per dialogare con l'Amato del suo cuore, ma nemmeno le mancava il coraggio dell'ascolto del suo Sposo e di darGli credito. Aveva fede! Una fede provata, e proprio per questo limpida e bella come lei!

Alla scuola dell'Unico Maestro, Tilde passa dal suo essere "studentessa" a essere, senza saperlo, insegnante per noi, che ascoltiamo la sua esperienza di mistica dei nostri giorni testimoniandoci che il dare la vita per Lui si può nei diversi modi in cui Lui ce la chiede, lì dove siamo: famiglia, lavoro, scuola, parrocchia, diocesi...

Termino con una frase che lei dice di altri, ma che le si addice proprio:

"Sono tanto belle le anime in cui Tu regni, che non ci si può sottrarre al loro fascino!".

Fabiana Guerra dell'Ordo virginum di Reggio Emilia